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Tutti noi che abitiamo in città siamo sotto l’influenza di centinaia di cose terribili che inquinano il nostro ambiente e che possono danneggiare la nostra salute. Non erano sufficienti lo smog (prodotto dalle fabbriche, dal riscaldamento e dalle automobili), l’anidride carbonica, i pesticidi (che mangiamo attraverso la frutta, i legumi e anche la carne), la radioattività che proviene da Chernobyl, da Fukushima o, più vicino a noi, da Vandellòs e da Ascó, adesso, abbiamo un’altra nuova fonte di inquinamento contro di noi (e, forse, questa è la peggiore perché l’abbiamo nelle nostre case): mi riferisco ai nuovi contatori della luce che il Governo spagnolo ha deciso di obbligare a installare da ora fino al 2018. Si chiamano “smart-meters” (http://stopsmartmeters.org.uk/). Hanno già causato diversi morti (per cancro) negli Stati Uniti, sono stati già proibiti dalla città di Parigi e sono gli stessi che il Governo olandese permette di cambiare per motivi di sicurezza. Ma noi, come sempre, andiamo contro “le luci dell’Illuminismo” che vengono dall’Europa. Vediamo un riassunto di quello che dice “Ecologistas en Acción” su questo argomento: Questi contatori generano un aumento dell’inquinamento elettromagnetico perché comunicano con “la centrale elettrica” con onde simili al wi-fi/wi-max (ma più potenti). La rete elettrica delle nostre case passerà dai 50 Hz attuali a 500 kHz. Si genererà quello che si chiama “dirty power” e qualsiasi persona esposta per un lungo periodo a questo eccesso di onde (tutti noi) potrà sviluppare il cancro più velocemente di prima. Ma questo non è tutto: Endesa o Iberdrola (le società che fanno l’elettricità) potranno sapere a distanza se siamo o no in casa (è sparito il Diritto alla Privacy) e la bolletta della luce aumenterà perché i nuovi contatori sono stati modificati per calcolare il consumo dei chilowatt più velocemente.

Ci sono diverse iniziative per lottare contro questi contatori. Io ne ho già firmate alcune come questa:

http://www.change.org/es/peticiones/endesa-iberdrola-ministerio-de-industria-tengan-en-cuenta-nuestra-salud