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Ti anticipo caro lettore, per me le montagne sono uno spettacolo di incomprensibile bellezza.

Non sono una donna che vuole sempre stare in montagna, ma quando sono stanca o voglio staccare dal lavoro sento il bisogno di uscire dalla città e andare in montagna ad ascoltare il silenzio, a cercare la solitudine.

Nell’estate del 2019 ho visitato per la prima volta le Dolomiti, ed è stata una scoperta, uno spettacolo unico e meraviglioso, la luce della Marmolada come specchio bianco e rosso, le rocce del Monte Pelmo di metallo e ghiaccio, e quando ho visto il lago Sorapiss sono rimasta affascinata dal colore blu delle sue acque, è un colore che trascende l’anima.

Non so spiegarmi meglio, solo so che la vista di quelle montagne mi è rimasta impressa sulla pelle.

Quando sono ritornata dalle vacanze e ho spiegato a mio fratello che avevo visto delle montagne bellissime, mi ha detto: Hai letto il libro Le otto montagne di Paolo Cognetti? E tu, che stai imparando l’italiano, hai l’opportunità di leggelorev in lingua originale.

Così ho comprato il libro e l’ho letto.

Questo romanzo parla del passaggio della vita, ma lo fa nel modo in cui c’è un trasferimento tra le persone e il ritmo della natura, e specialmente delle montagne. Le stagioni (estate, primavera, autunno e inverno) sono simili alle stagioni delle persone (infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia). Questa opera è un canto alla vita e anche alla morte, sempre presente.

La trama ha luogo nella Valle d’Aosta ai piedi del Monte Rosa dove Pietro, un ragazzo che vive a in Milano, incontra Bruno, un ragazzo della stessa età, proveniente da una famiglia di allevatori di bestiame del paese, e racconta dell’amicizia tra loro negli anni successivi.

Mi è piaciuto molto leggerlo, Cognetti è uno scrittore che descrive poeticamente stati d’animo, situazioni di vita e ti trasporta nel silenzio delle montagne e nella loro bellezza.

Cosa ne pensi? Sei d’accordo con me? Scrivimi.